(A cura del Prof. Paolo Innocenti)
I medici, gli infermieri e gli operatori sanitari combattono strenuamente in prima linea contro un nemico mortale e in una battaglia impari pagano spesso con la propria vita.
Ma c’è un altro fronte aperto: il virus viene affrontato non solo in corsia o negli ambulatori ma anche con l’intelligenza artificiale, l’analisi dei dati, i robot, i droni.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE (IA) E BIG DATA
Allerta precoce
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) il 9 gennaio di quest’anno lanciò il primo avvertimento sulla insorgenza di una nuova epidemia da coronavirus in Cina.
Fu però preceduta di ben 9 giorni da una Startup canadese, la BlueDot di Toronto che il 30 dicembre diede il primo allarme su un focolaio di polmonite inusuale “unusual pneumonia” attorno ad un mercato di Wuhan, Cina e lo segnalò ai suoi clienti, agenzie governative e privati.
Ma come fu ottenuto il risultato?
I software della BlueDot raccolgono dati dalle agenzie ufficiali come il Centro per il Controllo delle Malattie (CDC) della Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ma il vero punto di forza è l’analisi di informazioni non strutturate. Ad esempio la startup raccoglie dati relativi agli spostamenti in aereo di 4 miliardi di passeggeri su voli commerciali in un anno, dati sulla popolazione umana, animale e degli insetti, dati satellitari relativi al clima, dati desunti dai social, informazioni locali da giornalisti e lavoratori della sanità scorrendo 100.000 articoli ogni giorno da giornali di 65 lingue.
L’analisi di tutti questi dati fece emergere la presenza di 27 contagi a Wuhan.
La BlueDot identificò poi le 11 città maggiormente connesse con Wuhan (Bangkok, Hong Kong, Tokio, Singapore ecc.) nelle quali si sarebbe poi diffuso il virus.
9 giorni di anticipo nella identificazione di una epidemia, fanno la differenza.
Indagini radiologiche
La IA ha permesso di realizzare un sistema di diagnosi applicata alla tomografia computerizzata polmonare. In Cina, la Damo Academy del gruppo Alibaba ha sviluppato con gli algoritmi della intelligenza artificiale un sistema di diagnosi mediante TC polmonare che in 20 secondi identifica la polmonite interstiziale con una accuratezza del 96%.
Ricerca di vaccini e farmaci
La IA è in grado di ricreare il genoma del virus e realizzarne una copia. Gli scienziati cinesi lo hanno fatto nell’arco di un mese mentre nel 2003 durante l’epidemia SARS occorsero molti mesi. Disporre di una accurata sequenza genomica è il primo passo verso la produzione di un vaccino.
Lo stesso discorso vale per i farmaci. Numerose aziende si stanno dedicando alla ricerca di nuovi farmaci con il supporto della IA. Alcune di esse con i software di IA sono state in grado di individuare migliaia di molecole di nuovi farmaci in soli 4 giorni e hanno messo a disposizione tutte le scoperte alla comunità scientifica internazionale
La mappa dei contagiati
In Cina i grandi gruppi (Alibaba, Baidu, Huawey, Tencent) hanno riconvertito le loro tecnologie digitali per concentrarle su iniziative sanitarie.
A Whuan e in altre metropoli cinesi è stato messo a punto un sistema di monitoraggio, Health Code, in grado di identificare le persone maggiormente a rischio di contagio in base alla cronologia dei viaggi e degli spostamenti, al tempo trascorso nelle aree dove c’erano focolai del virus e persone infette oppure in grado di identificare individui che adottano comportamenti non conformi. Con oltre 200.000 milioni di telecamere di sicurezza installate in tutto il paese, le autorità cinesi riescono a controllare chi non indossa la mascherina e chi non rispetta la quarantena. Viene anche riconosciuta la identità di chi indossa la mascherina.
Sempre in Cina la polizia è stata dotata di caschi “intelligenti” in grado di identificare le persone con febbre entro un raggio di 5 metri.
ROBOT e DRONI
I robot vengono utilizzati in numerose situazioni durante l’epidemia di coronavirus per ridurre l’esposizione dei medici e degli operatori sanitari al contagio e per altre importanti funzioni.
Vengono impiegati per la sterilizzazione, la pulizia, la consegna di cibo e medicine, la gestione dei rifiuti e per eseguire tamponi oro-faringei.
Il robot “medico”
Il robot “medico” entra nella stanza del contagiato, consente il monitoraggio visivo del suo stato, rileva la temperatura, trasmette ai medici esami diagnostici e dati fisiologici
C’è anche il robot cuoco
Nell’ospedale di Ezhou un robot chef è in grado di preparare 100 vassoi di riso ogni ora.
Lo scopo è quello di ridurre al minimo la presenza di personale negli ospedali e contenere il contagio.
Droni che sgridano chi non indossa la mascherina
I droni vengono usati per portare medicinali, campioni biologici, per disinfettare aree estese. Altri droni in Cina controllano che le misure previste dalla quarantena vengano rispettate oppure sgridano chi non indossa la mascherina.
In conclusione mentre medici e infermieri combattono in prima linea, la comunità scientifica italiana ed internazionale si sta adoperando con risolutezza e con uno sforzo gigantesco per trovare un argine al virus con le armi della tecnologia.
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