PRESENTAZIONE
La crescente richiesta di salute ha collocato tra i temi prioritari degli interventi in sanità la sicurezza del paziente. I cittadini chiedono sempre più con insistenza “servizi sicuri” e la sollecitazione esercitata dall’opinione pubblica ha avuto un ruolo di stimolo nello sviluppo di iniziative volte ad incrementare la sicurezza degli ospedali.
Da parte della Società Italiana di Chirurgia, chiamata ad analizzare e comprendere i mutamenti in atto nella società e nel mondo scientifico e a sviluppare proposte e soluzioni ai problemi, è sempre stato chiaro come una ottima pratica clinica e standard qualitativi elevati rappresentino la base per promuovere e sviluppare un sistema sanitario più sicuro ed efficiente.
Negli ultimi anni sono aumentate le iniziative per sviluppare una cultura della sicurezza da condividere a livello specialistico e da divulgare all’opinione pubblica.
Dal 2006 ad oggi la Società Italiana di Chirurgia ha pubblicato numerosi volumi dedicati all’argomento: “Sicurezza in chirurgia” (2006), “Chirurgia e qualità” (2006), “Sicurezza in sala operatoria” (2008) e “Rischio clinico in chirurgia” (2010): validi strumenti di approfondimento per gli addetti ai lavori, ma anche concreta testimonianza dell’impegno e della partecipazione al dialogo in tema di prevenzione, sicurezza e qualità.
Questa volta nell’ambito della sicurezza in sala operatoria si è deciso, coinvolgendo esperti del mondo ospedaliero, universitario, del SSN e del Ministero della Salute, di approfondire due aspetti.
Il primo è rappresentato dalle abilità non tecniche, definite come abilità cognitive e relazionali, da coniugare con le abilità tecniche che sono correlate allo specifico knowhow per la specifica attività, per raggiungere efficacemente ed efficientemente l’obiettivo individuale o di team.
Il secondo è l’accreditamento del chirurgo. Quest’ultimo dovrà dimostrare di avere la preparazione adeguata per andare a ricoprire un ruolo in un determinato ospedale.
Le sue competenze andranno certificate, per es. dalle scuole di specializzazione all’inizio della carriera. Periodicamente poi le abilità tecniche e le conoscenze teoriche andranno valutate (ricertificazione) in modo che l’utente abbia sempre la garanzia che il professionista a cui si rivolge è in grado di rispondere al meglio alle sue esigenze.
In Italia siamo lontani dal modello USA dove lo sforzo congiunto di diverse società scientifiche ha dato vita ad un sistema di controllo e certificazione della capacità professionale del chirurgo che vede nell’American Board of Surgery l’esempio più conosciuto ed autorevole.
È una strada che inizia e che dobbiamo percorrere. Il rigore professionale, la chiarezza dei percorsi formativi, la certificazione delle abilità tecniche, la conoscenza delle abilità non tecniche, l’accreditamento dei professionisti e la loro periodica ricertificazione, possono rappresentare la risposta in positivo dei chirurghi italiani e delle società scientifiche al mondo che cambia e che ci chiede di cambiare e contribuirà anche ad allentare la tensione nei rapporti tra società e sistema sanitario.
Chieti, settembre 2012
Prof. Paolo Innocenti
Presidente Commissione Verifica
e Controllo Qualità Società Italiana di Chirurgia
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